Pietro Picozzi sullo stato di degrado della zona della Pista Ciclabile Pesaro - Fano: devo constatare che tale opera (forse una delle poche veramente riuscita all’amministrazione comunale) pur essendo frequentatissima anche d’inverno, è stata lasciata dal Comune di Pesaro in stato di totale abbandono: cumuli di mondezza costeggiano tutta la pista, peraltro utilizzata da moltissime persone nelle giornate di sole per fare jogging o semplicemente passeggiate in bicicletta. La sabbia in alcuni tratti copre il percorso della pista ormai da mesi, rendendo del tutto pericoloso il transito; non viene effettuata ormai da lunghissimo tempo la manutenzione dei margini della strada, totalmente invasi dalle sterpaglie.
Si tratta di una situazione indecente e di pericolo per quanti (tantissimi) frequentano anche d’inverno questa zona costiera che propone, peraltro, un paesaggio invidiabile.
Non solo, ma anche il sistema di irrigazione delle siepi che costeggiano la rete di separazione dalla ferrovia, fiore all’occhiello all’atto dell’inaugurazione della pista, è in stato di abbandono cosi come le stesse piante, con buona pace dei contribuenti.
Appare, dunque, chiaro che l’amministrazione comunale di Pesaro dovrebbe avere maggiore capacità di programmazione delle proprie opere: non basta realizzarle ma occorre anche mantenerle per non aumentare gli esborsi per il loro recupero, quando non vengono lasciate a metà, come il sottopasso di collegamento con il San Decenzio dietro al nuovo Tribunale.
Siamo alle solite, dalle più piccole alle più grandi opere: quanto ci costerà la manutenzione dei fondamentali “pilotini”? Quanto quella delle necessarie “telecamere” nella Ztl? Quanto - come soci di maggioranza (il Comune di Pesaro) - quella del parcheggio (alias “scatolone vuoto”) del curvone ?
Si tratta di una situazione indecente e di pericolo per quanti (tantissimi) frequentano anche d’inverno questa zona costiera che propone, peraltro, un paesaggio invidiabile.
Non solo, ma anche il sistema di irrigazione delle siepi che costeggiano la rete di separazione dalla ferrovia, fiore all’occhiello all’atto dell’inaugurazione della pista, è in stato di abbandono cosi come le stesse piante, con buona pace dei contribuenti.
Appare, dunque, chiaro che l’amministrazione comunale di Pesaro dovrebbe avere maggiore capacità di programmazione delle proprie opere: non basta realizzarle ma occorre anche mantenerle per non aumentare gli esborsi per il loro recupero, quando non vengono lasciate a metà, come il sottopasso di collegamento con il San Decenzio dietro al nuovo Tribunale.
Siamo alle solite, dalle più piccole alle più grandi opere: quanto ci costerà la manutenzione dei fondamentali “pilotini”? Quanto quella delle necessarie “telecamere” nella Ztl? Quanto - come soci di maggioranza (il Comune di Pesaro) - quella del parcheggio (alias “scatolone vuoto”) del curvone ?
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