Pietro Picozzi sulle affermazioni del Presidente della Prima Circoscrizione Sebastiani alla necessità di una “bella rivoluzione” rivolte direttamente ai vertici dell’amministrazione Comunale di Pesaro.
Mi riferisco in particolare alle dichiarazioni di Sebastiani in merito alla necessità di maggiore attenzione a Pesaro al tema della cultura più che a copiare il modello romagnolo delle notti bianche. In effetti mi sembra paradossale – se non trasparisse un mal celato intento pre-elettorale - che sia proprio il Presidente della Prima Circoscrizione ad affermare la necessità di recuperare il tema culturale e le radici storiche della città, andando addirittura a scomodare la Marchesa Toschi Mosca per “sponsorizzare” una rievocazione (a Pesaro) della rivoluzione francese: in effetti ed ad onor del vero si tratta di esternazioni di una parte politica che per tutta l’ultima legislatura ha pedissequamente approvato le continue svendite - chiamandole “riqualificazioni” - dei più importanti immobili pubblici storici della città (solo per citare gli ultimi progetti del Bramante, del Perticari e del San Benedetto) permettendo cementificazioni non certo “culturali”.
Su tali temi la stessa sinistra non ha mai “alzato la testa” per contestare veramente questa politica e solo ora e per altri obiettivi si punta il dito verso l’amministrazione Comunale peraltro prendendo spunto da una manifestazione sulla rivoluzione francese che solo andando a “scavare” fra i meandri della memoria può “quagliare” in qualche modo con Pesaro. Se si vuole veramente recuperare il tema della cultura a Pesaro non si deve certo partire dalla Francia: basta partire dalla realtà Pesarese recuperando - e non svendendo - i beni storici della città riqualificandoli sul serio e cioè destinandoli concretamente a manifestazioni culturali; Occorre recuperare altresì il centro storico, ormai deturpato dalla mondezza differenziata, dai pilotini intelligenti e dai marciapiedi insistenti invece di destinare migliaia di euro a rievocazioni che addirittura molto poco hanno a che fare con Pesaro o criticare notti bianche che muovono, almeno per una notte, la vita e l’economia di questa moribonda città.
Mi riferisco in particolare alle dichiarazioni di Sebastiani in merito alla necessità di maggiore attenzione a Pesaro al tema della cultura più che a copiare il modello romagnolo delle notti bianche. In effetti mi sembra paradossale – se non trasparisse un mal celato intento pre-elettorale - che sia proprio il Presidente della Prima Circoscrizione ad affermare la necessità di recuperare il tema culturale e le radici storiche della città, andando addirittura a scomodare la Marchesa Toschi Mosca per “sponsorizzare” una rievocazione (a Pesaro) della rivoluzione francese: in effetti ed ad onor del vero si tratta di esternazioni di una parte politica che per tutta l’ultima legislatura ha pedissequamente approvato le continue svendite - chiamandole “riqualificazioni” - dei più importanti immobili pubblici storici della città (solo per citare gli ultimi progetti del Bramante, del Perticari e del San Benedetto) permettendo cementificazioni non certo “culturali”.
Su tali temi la stessa sinistra non ha mai “alzato la testa” per contestare veramente questa politica e solo ora e per altri obiettivi si punta il dito verso l’amministrazione Comunale peraltro prendendo spunto da una manifestazione sulla rivoluzione francese che solo andando a “scavare” fra i meandri della memoria può “quagliare” in qualche modo con Pesaro. Se si vuole veramente recuperare il tema della cultura a Pesaro non si deve certo partire dalla Francia: basta partire dalla realtà Pesarese recuperando - e non svendendo - i beni storici della città riqualificandoli sul serio e cioè destinandoli concretamente a manifestazioni culturali; Occorre recuperare altresì il centro storico, ormai deturpato dalla mondezza differenziata, dai pilotini intelligenti e dai marciapiedi insistenti invece di destinare migliaia di euro a rievocazioni che addirittura molto poco hanno a che fare con Pesaro o criticare notti bianche che muovono, almeno per una notte, la vita e l’economia di questa moribonda città.